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lunedì 13 luglio 2015

LA NOSTRA SCALATA VERSO IL SUCCESSO

Alle nove e mezza di domenica mattina nel palazzetto dello sport più di 4 mila persone dai 20 ai 60 anni si stanno agitando scatenate su una versione house di “Tu vuò fa l’americano”. Pezzo particolarmente adatto, visto che sui maxischermi dietro al palco capeggia la triplice foglia simbolo della multinazionale californiana Herbalife. È l’Italian Summit 2012, ovvero l’evento aziendale di punta nel nostro paese per questo colosso da 4,3 miliardi di dollari di fatturato, una multinazionale presente in 79 paesi, come praticamente ogni persona con cui parlerò durante la giornata mi ripeterà ossessivamente.
Herbalife sponsorizza atleti di fama mondiale come Leo Messi e opera nel settore alimentare vendendo principalmente frullati, integratori e barrette, prodotti divisi in linee pensate per un’alimentazione normale e altre studiate specificamente per il dimagrimento. Ma ciò per cui Herbalife è più famosa è il sistema di network marketing: in pratica con soli 4.500 dipendenti utilizza una rete di 2,3 milioni di distributori indipendenti, divisi fra grossi (pochi), medi (qualcuno) e piccoli (una moltitudine) acquirenti e contemporaneamente rivenditori dei prodotti. Questi ultimi sono legati all’azienda solo attraverso un meccanismo di sconti che aumentano all’aumentare del volume d’affari e sono strutturati in una rigidissima gerarchia attraverso un sistema di codici numerici che alla lunga dovrebbe garantire rendite economiche crescenti ai più abili e fortunati. A patto, s’intende, che la rete che ogni acquirente/venditore ha sotto di sé continui a espandersi esponenzialmente e il fatturato della Herbalife non interrompa quindi la cavalcata gloriosa degli ultimi anni. La sua crescita ne fa un modello di business controverso ma resistente alla crisi, anzi forse proprio adatto a una congiuntura negativa. Il sospetto che viene infatti è che una struttura come quella di Herbalife sia avvantaggiata dalla situazione disastrosa del mercato del lavoro in Italia. Questa è una delle cose che noi de L’allegro risorgimentale abbiamo cercato di capire infiltrandoci nella loro convention più importante sul territorio nazionale.

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